L’incontinenza urinaria è una perdita involontaria di urina. Il disturbo può derivare da una varietà di condizioni, che includono danni fisici, invecchiamento, tumori, infezioni del tratto urinario e disturbi neurologici. Alcune di queste cause comportano solo disagi temporanei e facilmente curabili, mentre altri problemi sono più gravi e persistenti.
L’incontinenza urinaria può avere un profondo impatto sul benessere emotivo, psicologico e sociale del paziente.
Il disturbo è più comune nella popolazione femminile, sia per l’anatomia del tratto urinario, che per implicazioni ormonali.
Diversi studi scientifici hanno riscontrato che la gravidanza e il parto (tramite taglio cesareo o parto vaginale) possono aumentare il rischio d’incontinenza urinaria. In tali casi, si verifica un indebolimento dei muscoli e dei legamenti del pavimento pelvico, che causa una condizione chiamata ipermobilità uretrale (l’uretra non si chiude correttamente). L’incontinenza urinaria interessa circa il 20-40% delle donne dopo il parto; il più delle volte è transitoria (scompare spontaneamente nel giro di un mese o poco più) e come vedremo in seguito è perlopiù “da sforzo”. Anche il prolasso dell’utero può causare incontinenza. Questa condizione si verifica in circa la metà di tutte le donne che hanno partorito. Durante la menopausa, i soggetti di sesso femminile possono soffrire di perdite di urina a causa della diminuzione dei livelli di estrogeni ed è interessante notare che la terapia estrogenica sostitutiva non si è dimostrata utile nella gestione dei sintomi.
Gli uomini tendono a sperimentare l’incontinenza urinaria meno spesso rispetto alle donne. L’iperplasia prostatica benigna (ingrossamento della ghiandola prostatica) è la causa più comune di incontinenza urinaria negli uomini dopo i 40 anni. Talvolta, il tumore alla prostata e alcuni trattamenti medici rivolti alla sua gestione sono associati al disturbo. L’esito di un intervento chirurgico o della radioterapia, ad esempio, possono danneggiare o indebolire i muscoli che controllano la minzione.
Negli uomini e nelle donne, il processo di invecchiamento provoca un generale indebolimento dei muscoli dello sfintere uretrale e una diminuzione della capacità della vescica.
L’Osteopata può essere di aiuto andando a valutare tutte le strutture muscolo scheletriche che interessano il pavimento pelvico, come bacino, sacro, coccige, diaframma pelvico e visceri soprastanti e impostando un programma utile al riequilibrio delle funzioni interessate.
Il lavoro osteopatico si concentrerà quindi su problematiche meccaniche e viscerali con l’obiettivo di: