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Linfedema

Cause, sintomi e come si cura

INDICE

INFORMAZIONI GENERALI

Il sistema linfatico è uno dei sistemi naturali di difesa dell’organismo. È un sistema di drenaggio che trasporta la linfa dallo spazio interstiziale dei tessuti (lo spazio presente tra le cellule) al sistema circolatorio venoso.

Svolge un importantissimo ruolo in numerosi meccanismi:

  • Drenaggio/depurazione dei tessuti
  • Funzione metabolica: grazie alla quale la linfa permette l’assorbimento dei trigliceridi.
  • Importante ruolo nell’assorbimento e trasporto delle sostanze nutritive e mantenimento del bilancio idrico, riporta in circolo il liquido e le proteine filtrati dai capillari sanguigni;
  • I vasi linfatici sono la prima linea di difesa contro le infezioni, veicolano gli antigeni ai linfonodi dove ha inizio la risposta immunitaria.

Il linfedema è un accumulo di proteine e liquidi nel tessuto cutaneo. Il sistema linfatico è costituito da una serie di vasi e capillari che servono a drenare la linfa e favorirne la circolazione. Possiamo immaginarlo come un sistema idraulico: quando si ingorga, a causa del linfedema, il liquido inizia ad accumularsi nel punto in cui c’è il ristagno e resta nei tessuti, portando appunto i gonfiori e gli edemi.

Può presentarsi inizialmente con una leggera variazione del colore della pelle, prurito all’arto, ispessimento cutaneo e una sensazione di pesantezza.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

I linfedemi vengono suddivisi in due categorie:

  1. linfedema primario o congenito, quando è dovuto ad anomalie del sistema linfatico che sono congenite, strutturali e funzionali, capaci di determinare una riduzione della capacità di riassorbire e allontanare la linfa dei tessuti; Coinvolge più frequentemente ma, non esclusivamente, gli arti inferiori; è di maggior riscontro nel sesso femminile (rapporto femmine/maschi  di 7/1), ad insorgenza precoce (prima dei 35 anni) e, più raramente, ad insorgenza tardiva (dopo i 35 anni).
  2. linfedema secondario o acquisito, quando si manifesta come conseguenza di lesioni del sistema linfatico: infezioni, traumi, interventi chirurgici soprattutto oncologici, radioterapia o chemioterapia.

Questa patologia colpisce frequentemente come conseguenza di un intervento chirurgico o radioterapico di alcuni tipi di tumore come ad esempio quello al seno o ginecologico/urologico. Questo tipo di interventi causano un’alterazione e spesso un’asportazione di uno o più gruppi di linfonodi. Il linfedema ha un’incidenza nel 10-20% dei casi di operazione al tumore al seno in cui ci sia stata un’asportazione totale dei linfonodi ascellari.La patologia può anche apparire a distanza di anni dall’intervento subito, ma la percentuale di insorgenza è in calo grazie a tecniche operatorie sempre meno invasive. 

Fattori di rischio:

  • Sovrappeso e obesità
  • Tumori e relativi trattamenti (ad esempio la radioterapia)
  • Infezioni
  • Asportazioni di linfonodi
  • Sedentarietà (età avanzata)
  • Dieta non bilanciata (es. troppo sale)
  • Gravidanza

COME SI PUO’ TRATTARE QUESTO PROBLEMA CON LA TERAPIA MANUALE?

L’attività fisica moderata come la ginnastica dolce, alcuni tipi di yoga, pilates e nuoto, possono aiutare i muscoli a restare attivi e ad agevolare le contrazioni che favoriscono la circolazione dei liquidi.

Per impedire che questa condizione si trasformi in un problema irreversibile e invalidante, è importante intervenire con la fisioterapia per il linfedema in grado di placare i fastidi e favorire il drenaggio dei liquidi. Attraverso il linfodrenaggio manuale e tecniche manuali di fisioterapia, possiamo migliorare anche un linfedema già presente riattivando manualmente il drenaggio dei liquidi.

Il linfodrenaggio metodo Vodder è il trattamento principe per questo tipo di patologie. La tecnica, che agisce a livello dei tessuti superficiali, viene eseguita con movimenti armonici, lenti e ritmici al fine di rispettare il fisiologico deflusso linfatico. In questo modo il linfodrenaggio svolge un’ azione drenante, rilassa le fibre muscolari e migliora il sistema immunitario, grazie alla stimolazione dei leucociti e delle immunoglobuline.

La mobilizzazione articolare è un altro  intervento da tenere in considerazione poichè le articolazioni, se bloccate, costituiscono una barriera al flusso linfatico. Essa consente di favorire il riassorbimento dei liquidi nei tessuti, producendo anche un’ azione di stimolo sul sistema circolatorio. L’effetto positivo della mobilizzazione viene potenziato con l’applicazione di kinesiotaping.

Non esiste una cura definitiva a questo problema, ma il sistema linfatico può essere incentivato attraverso una serie di attività che lo fanno funzionare “meccanicamente”: tutori elastici come bende e calze aiutano contro il ristagno, la pressoterapia invece favorisce il diminuire del gonfiore.

L’approccio osteopatico al sistema linfatico trova applicazione sia in ambito preventivo che in ambiti specifici o aspecifici. Lo scopo specifico in ambito linfatico è quello di rimuovere eventuali impedimenti al flusso linfatico, potenziare i meccanismi implicati nell’omeostasi respiratoria-circolatoria e quindi aumentare il flusso della linfa