La malattia da reflusso gastro-esofageo è un comune disordine del sistema gastro-intestinale di origine multi-fattoriale. I sintomi più frequenti si manifestano con una sensazione di bruciore o dolore nella zona retro-sternale e toracica che può propagarsi sino alla mandibola, broncospasmo, tosse secca e gusto acido in bocca.
L’approccio medico-farmacologico risulta essere il trattamento primario, ma non si pone l’obiettivo di curare in via definitiva la patologia ma bensì limitarne l’azione grazie ad una somministrazione continua giornaliera del farmaco. L’unico approccio curativo, ad oggi, risulta essere quello chirurgico utilizzato da chi soffre di malattia da reflusso in maniera molto severa.
Recentemente, il trattamento osteopatico è stato inserito come possibile approccio per le persone affette da reflusso gastro esofageo. Diversi studi pubblicati in letteratura scientifica certificano la comprovata efficacia delle tecniche osteopatiche sui sintomi da reflusso.
Per ernia iatale si intende lo spostamento di una porzione di stomaco dalla cavità addominale alla cavità toracica.
Il torace e l’addome sono separati da un muscolo largo chiamato diaframma; il diaframma presenta un foro, lo iato esofageo, attraverso cui passa l’esofago (fatto a tubo) che scende nell’addome dove si allarga per trasformarsi in stomaco (fatto a sacco).
Lo iato esofageo normalmente si stringe e chiude lo stomaco in alto impedendo al cibo di fuoriuscire.
A volte però l’esofago tende ad accorciarsi trazionando verso l’alto una parte di stomaco in direzione del torace; la parte di stomaco che risale passa attraverso lo iato esofageo allargandolo.
In queste condizioni lo iato esofageo non riesce più a stringersi e quindi non riesce più a chiudere lo stomaco.
A questo punto il cibo e i succhi gastrici acidi contenuti nello stomaco fuoriescono e risalgono verso l’alto, specie quando la persona è sdraiata o quando “si spreme” per compiere degli sforzi.
Si sviluppa quindi un reflusso gastro esofageo, cioè un reflusso di materiale dalla zona gastrica in direzione dell’esofago.
Il nostro organismo è dotato di diversi sistemi di difesa per contrastare il reflusso, ma quando il delicato equilibrio tra fattori protettivi e favorenti viene a mancare si manifesta questa patologia.
La causa più frequente della malattia da reflusso gastroesofageo è rappresentata dalla perdita della funzione svolta dalla barriera esofago-gastrica, a sua volta dovuta a un difetto strutturale, che ha come conseguenza un’aumentata produzione acida, o ad alterazioni nella motilità esofago-gastrica.
Altri fattori favorenti o aggravanti sono:
L’osteopata può intervenire efficacemente quando il malfunzionamento del cardias è di natura meccanica.
Affinchè il cardias mantenga un buon tono è importante che ci sia:
Alcuni fattori biomeccanici, come la forza dei muscoli della schiena e l’ampiezza delle curve sagittali (lordosi e cifosi) sono correlati al reflusso gastroesofageo.
L’osteopata interviene tramite la manipolazione viscerale per alleviare le tensioni a livello del cardias e per riequilibrare i diaframmi corporei e in particolare quello addominale.
Stabilisce il ripristino delle influenze a livello neurovegetativo, tramite i segmenti vertebrali che innervano le strutture esofagee e gastriche.
Le manipolazioni potrebbero dover essere effettuate, in base all’approccio olistico dell’osteopatia, anche su strutture non strettamente connesse con le sedi del problema, ma che nell’omeostasi globale del paziente risultino da riequilibrare